domenica 27 marzo 2011

JOHN FANTE - A OVEST DI ROMA o Il mio cane Stupido

JOHN FANTE - A OVEST DI ROMA o Il mio cane Stupido
Cinico impietoso grottesco struggente autoritratto di un John Fante alle soglie della maturità. Quattro figli scansafatiche dediti alla marjuana e alla musica di Frank Zappa, una moglie annoiata, una gloriosa casa a forma di ipsilon sulla costa dell'oceano: la vita di Henry Molise, scrittore cinquantenne in crisi di ispirazione sembra destinata a una quotidianità prevedibile fatta di litigi e rappacificazioni domestiche, quando una sorpresa, un vero dono dal cielo, si unisce alla sgangherata famiglia: un gigantesco cane testardo e ottuso, il cui nome è un'iscrizione sepolcrale: STUPIDO. Con lui il tran tran di Molise scivola verso una allegra tenerissima catastrofe.
John Fante riusciva benissimo in ogni suo romanzo a renderci consapevoli dell'inutilità della vita. Facezie e sarcasmo si intervallano sempre a momenti introspettivi nei quali questa sfuggevolezza appare evidente anche se impalpabile, inevitabile.
Henry Molise è uno scrittore un po' ubriacone e sul viale del tramonto che vive a Point Dume, ad Hollywood, sposato con Harriet e con quattro figli grandi (Denny, uno scansafatiche accannato che si fa fare i temi dalla madre per non partire militare; Tina che frequenta un ex soldato, ora surfista e perdigiorno; Dominic con un debole per le ragazze di colore, in particolare una certa Katy Dann, cosa che manda su tutte le furie la madre; e Jamie l'unico apparentemente normale che di lì a poco deciderà di lasciare gli studi per dedicarsi al volontariato, facendo crollare, in un certo senso, le uniche speranze dei genitori) che con l'arrivo di un cane randagio Akita dalle tendenze omosessuali, battezzato Stupido, vede la sua famiglia tramutarsi in qualcosa che lascia spazio solo al vuoto esistenziale. Ma la consapevolezza dello scrittore va anche oltre, si accorge infatti che la vita è inutile ma anche crudele, insensata, bellissima. Lo scrittore capisce che la vita, la sua ma anche quella degli altri, è corta, dannatamente corta, e unica, capisce che la vita comunque la si spreca in azioni e pensieri inutili. Forse Henry Molise pensa a tutte le opportunità sprecate, alle vite non vissute ma che si sarebbero potute vivere, come quella che sognava di vivere a Roma città che gli è rimasta nel cuore anche perché gli ricorda le sue origini italiane. Henry Molise realizza che si può vivere senza la Porche, il suo amato e mai dimenticato bull terrier Rocco, le sue mazze da golf, che non era quello che riempiva e dava un senso alla sua esistenza ma i quattro figli nonostante il loro (naturale) odio nei suoi confronti, e che la casa, la vita, oramai senza di loro è vuota e inutile.
Questo romanzo, conosciuto come A ovest di Roma (titolo originale West of Rome, traduzione per Fazi di Alessandra Osti) ma anche come Il mio cane Stupido è uscito postumo nel 1985 grazie alla moglie di John Fante, Joyce.
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