Stavo nel treno della metropolitana ascoltando "a capello" dei Verdena dall'album "Wow" col mio iPod quando a un tratto sei passata tu, regina vestita di stracci, principessa "senza fisso castello", in una mano mostravi la ciotola vuota del tuo cane, nell'altra un piattino con pochi centesimi; e dietro il tuo strascico colorato di pezze di lana infeltrita, lui, il quattrozampe di sovrumana bellezza, con l'eleganza che nessuno gli ha mai insegnato, fiutando i passeggeri seduti e indifferenti, con le sue pezze colorate pure lui che gli fasciavano il corpo e il pelo, infeltrito come i due maglioni che lo proteggevano dal freddo di questi giorni, uno rosso e uno azzurro, con le maniche lunghe che gli scendevano giù per le zampe e per la coda. Tu, col tuo sguardo fiero di cane sempre fedele e pronto a seguire la tua signora e padrona per il mondo e ad affrontare mille avventure con lei, tu che guardi incuriosito e annusi i passeggeri e che non ti curi delle loro tasche piene, dei loro vestiti firmati, dei loro capelli profumati e puliti, tu che non sai nemmeno che non ci sono solo panchine e cartoni per dormire, tu che non cambieresti per niente al modo la tua scapigliata principessa, tu con la tua sovrumana intelligenza, ora ti accucci fra le tue gambe e non ti chiedi nemmeno quale sia la tua fermata di metropolitana, nè dove devi scendere, tu col muso a terra come se questo viaggio in treno fosse eterno, tu che chiudi gli occhi e non sogni paradisi artificiali fatti di saune piscine e creme abbronzanti, tu che quando lei ti riempie la ciotola ti senti l'essere più felice del mondo, tu che svuoti la ciotola e non ti curi se sia stata l'elemosina o il duro lavoro a riempirla, tu che scodinzoli perchè ci vedi tutti uguali, tu che ci scodinzoli perchè non sai che non siamo tutti uguali, tu che ci scodinzoli e non ti accorgi che non ci sentiamo tutti uguali...
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